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Cultura digitale

Twitch e dintorni: la vita in diretta

La piattaforma di live streaming di Amazon è sempre più vicina, nei suoi formati ricorrenti, al modello della tv classica. E la tv, nei suoi servizi on demand, costruisce esperienze simili, in un gioco di specchi.

“Today, I think we look at the internet, but I think
in the future you’re going to be in the experiences”.
(Mark Zuckerberg, dal discorso per il lancio di Meta)

I social media a cui ci eravamo abituati sono in subbuglio, le piattaforme si stanno di nuovo digi-evolvendo e la pangea virtuale su cui ci teniamo tutti in equilibrio, circondata dal vasto oceano di content, simulazioni e narrazioni, cambia forma traghettandoci verso una nuova era, quella del metaverso, in cui secondo Mark Zuckerberg “non ci limiteremo a guardare internet ma saremo dentro internet”. Benché in tanti stiano provando a immaginarselo, questo metaverso, finora abbiamo visto solo una riunione aziendale virtuale con degli avatar a cui manca la parte di sotto. Ma più internet e i social procedono nella corsa verso il futuro, più tutto inizia a somigliare sempre di più a un’enorme estensione della tv, con la nostra casa che ormai è uno studio televisivo e con noi che siamo insieme personaggi e spettatori delle fiction altrui. I trend recenti mostrano questo: un impressionante aumento del mercato delle smart tv, il crescente dominio degli Ott (over the top), l’accelerata dei social network di nuova generazione come TikTok e Twitch. È questo il grande fraintendimento alla base di internet: pensavamo fosse l’estensione della realtà fisica e invece ha esteso a tutti l’accesso al mondo dello spettacolo. E più il fenomeno si ingrandisce, più è difficile rispondere a queste domande: chi è l’autore e chi lo spettatore?

Streaming of consciousness

Twitch ne è l’esempio lampante: un crossover tra piattaforma di streaming e social network che permette la fruizione di nuovi contenuti televisivi che però non passano più dalla tv tradizionale. Esiste dal 2011 con il nome di Justin.tv e nel 2014 è acquisito da Amazon; conosciuto e usato principalmente da appassionati di videogiochi ed eSport, con la pandemia e nel corso di quest’anno è esploso in tutte le direzioni: crescita degli user mensili (+25,8% solo in Italia; Facebook per fare un paragone è a -4,1%), streaming in diretta di ogni tipo (non solo gaming) e tanti nuovi creator – ma anche youtuber già famosi – che stanno spostando qui le loro community, dove è più facile monetizzare. Basta stare un po’ su Twitch per capire quanto Facebook, Instagram e anche YouTube siano diventati di colpo obsoleti. Su YouTube sei tu che devi metterti a cercare qualcosa da vedere, scoprire nuovi contenuti originali. Su Twitch, come su TikTok, è l’algoritmo che lo fa per te, incrementando la possibilità di diventare virali anche ai creator meno noti e con piccole fanbase

È questo il grande fraintendimento alla base di internet: pensavamo fosse l’estensione della realtà fisica e invece ha esteso a tutti l’accesso al mondo dello spettacolo. E più il fenomeno si ingrandisce, più è difficile rispondere a queste domande: chi è l’autore e chi lo spettatore?

Ma non è solo questo: contenuti spontanei, punti di vista onesti, senza perdere tempo in scrittura e montaggio, senza la patina alla Instagram, senza i filtri bellezza. Insomma, il “bello della diretta” con gli utenti che non si limitano a guardare i livestream; possono guardare anche solo la chat che reagisce ai livestream se non proprio partecipare nella chat e interagire con lo streamer, facendo domande, aiutandolo nella costruzione della scaletta o proprio suggerendogli cosa fare irl (in real life). Ci sono streamer che impostano Alexa in modo da farle leggere i commenti che arrivano in chat dagli utenti (possibilità che a volte è messa anche a pagamento); ci sono streamer che escono a passeggiare irl portandosi dietro Alexa che legge commenti imbarazzanti e mentre si filmano filmano anche le reazioni di chi sta loro intorno e che reagisce a quello che dice Alexa (e non sa di avere a che fare con un twitcher all’opera, né con Alexa che legge i commenti della community). Altro che quarta dimensione, altro che metaverso. 

People came to me because they wanted to hear a point of view –
and maybe not a manicured point of view either, but an honest point of view”.
(Hasan Piker, twitcher top streamer)

Flusso sullo sfondo

Twitch può anche essere tenuto in background, come tappeto sonoro di compagnia mentre si fanno altre cose, come studiare o lavorare, proprio come una tv tenuta sempre accesa in salotto. Se TikTok è la nuova tv, anche Twitch è la nuova tv. Solo che, curiosamente si ritrova quel mood da tv privata tipo Gold TV o Teleuniverso, con le cartomanti in diretta per ore e ore, cercando qualcosa da dire tra una telefonata e l’altra, tra una lettura delle carte e un’altra, tenendo gli spettatori più a lungo possibile sia sul canale sia al telefono. Su Twitch i contenuti si fanno ancora più caotici nel più puro stile internet: si può guardare in diretta gente che dorme, che pesca, ragazze con unghie molto lunghe specializzate in Asmr. Ci sono i contenuti hot, ovviamente: il format cambia ma noi no. Tra i più usati: la maratona. Ore e ore di diretta, che possono essere aumentate con donazioni da parte degli spettatori. Più si paga, più lo streamer deve rimanere in diretta. Come una #maratonamentana, ma invece di commentare un qualche evento politico in corso di svolgimento, le maratone Twitch possono essere fatte solo per vedere fino a che punto può essere spinto uno streamer. Un caso italiano eclatante è quello di Gskianto, detto “Il Maestro” dalla community di Twitch, che è rimasto live per ben 33 giorni: una maratona seguita in totale da 40mila utenti unici e con picchi da 8mila contatti. Gli ha portato nuovi subs e un certo clamore, ma anche un esaurimento nervoso. 

Contenuti spontanei, punti di vista onesti, senza perdere tempo in scrittura e montaggio, senza la patina alla Instagram, senza i filtri bellezza. Insomma, il “bello della diretta” con gli utenti che non si limitano a guardare i livestream; possono guardare anche solo la chat che reagisce ai livestream se non proprio partecipare nella chat e interagire con lo streamer, facendo domande, aiutandolo nella costruzione della scaletta o proprio suggerendogli cosa fare irl (in real life).

Il commentary: format usato soprattutto per commentare i programmi tv come Il collegio o il GFVip. In pratica quello che faceva la Gialappa’s Band quando commentava la prima edizione del Grande fratello. È uno dei motivi per cui programmi come Il collegio stanno avendo un successo straordinario anche tra fasce di pubblico che in teoria non guardano più la tv tradizionalmente intesa come oggetto fisso in mezzo al salotto. Non solo la guardano ma partecipano attivamente, diventa un’estensione delle loro vite, il gancio per entrare a far parte di community saldissime. Le reaction: si tratta sempre di creator che si filmano mentre guardano un altro video, soprattutto cut di programmi tv diventati virali, un evento, una news che si presta a una reazione plateale. Nel ruolo di spettatori le nuove generazioni non sono poi così diverse da quelli che, negli anni Sessanta, davanti alla tv, in salotto, commentavano quello che succedeva e chi passava sullo schermo; solo che oggi hanno l’opportunità e forse anche il rischio di entrare nello schermo, salire e scendere dal palco, se abbastanza funzionali allo show. 

Prossimità televisiva

A saldare la vicinanza con la tv, su Twitch ritroviamo personalità come Alessandro Cattelan, The Jackal, Enrico Silvestrin (che fa un programma musicale che si chiama Silvestream). Ovviamente, c’è Fedez in una delle sue molteplici versioni previste dal suo contratto con Amazon, con frequenti incursioni di Chiara Ferragni durante le dirette, di solito per prenderlo in giro, soprattutto quando si auto-professa “il creator italiano più bravo di tutti”. Ma la contaminazione tra contenuti e formati, nonché tra creator e user sta cambiando anche il modo stesso di fare tv. Ne è un esempio il GF Vip Party, un programma in livestream che è possibile vedere solo su Mediaset Infinity, con Giulia Salemi e Gaia Zorzi che commentano – o reagiscono a – quello che è successo durante il GFVip, nonché ai tweet della vastissima e attivissima community che segue il Grande fratello. Benché il programma sia solo in streaming registra più di 230.000 spettatori a puntata, con più di 10.000 tweet generati nelle dirette, piazzandosi al 9° posto della classifica dei programmi più commentati secondo Nielsen. Una cosa simile è stata fatta anche dai The Jackal su Rai Play per il commento in diretta delle partite degli Europei. È il segno di come sta evolvendo non solo la fruizione della tv ma proprio come si fa la tv. È il segno di come è sempre più sfumata la differenza tra vecchi e nuovi media. Avvertite Zuckerberg che dentro l’esperienza ci siamo già.


Laura Fontana

Lavora da più di dieci anni come esperta di comunicazione digitale per brand nazionali e internazionali. Si occupa di società digitale e analisi del web. Scrive di internet e pop culture, influencer e creator economy su Rivista Studio e altri magazine.

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