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Celebrità digitale

Essere Royal Family ai tempi dei social media

Anche un’istituzione compassata come la monarchia britannica ha conquistato i social. Con i profili tradizionali, certo. Ma anche con i meme. E con lo scontro tra fan e detrattori delle nuove arrivate, Kate e Meghan.

La saga della Royal family inglese da qualche anno si è arricchita di un ulteriore capitolo, quello social. Il flusso dei post che ci aggiorna in tempo reale su quello che avviene a Buckingham Palace e dintorni non si ferma mai, corredato quasi sempre da commenti tipo “ma a noi cosa ce ne importa?”. La verità è che il gossip intorno al trono più antico del mondo crea dipendenza come certe telenovelas, se non fosse che è lì da prima delle telenovelas. I reali inglesi regnano senza troppi sforzi anche su tutti i social, veleggiando al di sopra di ogni influencer che si è dovuto conquistare ogni follower con sudore e fatica. 

Su Instagram, l’account principale è @theroyalfamily, quello dedicato “alla Regina e alla sua famiglia”: avatar con Elisabetta II e con Filippo dietro di lei un po’ sfocato, 6,5 milioni di follower. Segue (in ordine di successione al trono) @clarencehouse, con gli aggiornamenti su Carlo e Camilla, quasi 900mila follower, pochi ma tanto il principe del Galles e la duchessa di Cornovaglia si godono la vita finalmente lontanissima dagli scandali e i gossip di un’era fa. I più seguiti sono il duca e la duchessa di Cambridge (i fan li chiamano confidenzialmente DoC) con il loro account @kensingtonroyal e 9,8 milioni di follower. Li rincorrono i duchi del Sussex (DoS per i fan), con 9,2 milioni di follower raccolti a tempo di record. Instagram vacillò al momento dell’apertura dell’account @sussexroyal a inizio aprile, travolto dal milione di persone che cliccò su “segui” nella prima ora d’apertura. Ci sono poi molti altri account ufficiali da seguire: quello del duca di York (@hrhthedukeofyork), della principessa Eugenie (@princesseugenie), quello della Royal Collection Trust (@royalcollectiontrust), degli Invictus Games (@invictusgames2018). Il piano editoriale di questi profili è per l’80% un susseguirsi di visite, pranzi e ricevimenti ufficiali, serate di beneficenza, bagni di folla, visite a ospedali e scuole, inaugurazioni varie.

La maggioranza degli account sono innocui, si limitano a commentare gli outfit delle duchesse. Alcuni utenti però arrivano a essere degli stan, cioè fan talmente fissati da avere le memorie dei loro device intasati dalle foto di Kate e Meghan, fino a emularne l’aspetto fisico, i comportamenti, gli stili di vita (per quanto possibile…).

Noia e invenzione

Insomma, una noia mortale, ma dove i fatti scarseggiano interviene la fantasia. Le news mainstream ogni giorno diffondono online articoli su cui qualcuno cliccherà, anche se non sempre del tutto ancorati ai fatti. Si interpretano gli sguardi che le cognate reali si lanciano da una carrozza all’altra per capire se siano amiche o no, i mille modi in cui Meghan Markle avrebbe infranto il protocollo e quindi messo a repentaglio la monarchia (cose tipo “si è messa lo smalto scuro invece di quello nude”), broncetti che nascondono chissà quale dissapore a corte. Una foto con i capelli di Meghan leggermente crespi può servire a ravvivare un articolo che sponsorizza trattamenti alla cheratina, le gambe accavallate di Kate a sostenere calze velate, le occhiaie di Harry a dispensare “dieci consigli per far addormentare il neonato”. 

Parallelamente alla scarsità di notizie, o forse proprio per questo, sui vari social network sono nate delle community rintracciabili attraverso due hashtag, #SussexSquad e #TeamCambridge, che passano il tempo a farsi la guerra, tifare per i rispettivi beniamini, inventare fan fiction. Per il #TeamCambridge, i DoC sono l’emblema della famiglia felice, sani portatori dei valori tradizionali, e Kate è l’ideale di donna a cui tendere, la femmina alpha, perfetta per il ruolo di futura regina. Quelli della #SussexSquad invece, dicono che i DoS rappresentano la rottura con le convenzioni, la famiglia contemporanea, smart e multiculturale. Sia i DoC che i DoS quando va bene diventano dei meme, quando va male sono soggetti a cyberbullismo da parte degli hater. La novità infatti è che le due fazioni si scontrano giornalmente tra loro comportandosi come accanite fandom. La maggioranza degli account che ne seguono le gesta sono innocui, si limitano a commentare gli outfit delle duchesse, a volte organizzano raccolte da devolvere agli enti di beneficenza che fanno capo ai duchi di Cambridge e Sussex. Alcuni utenti però arrivano a essere degli stan, cioè fan talmente fissati da avere le memorie dei loro device intasati dalle foto di Kate e Meghan, fino a emularne l’aspetto fisico, i comportamenti, gli stili di vita (per quanto possibile…).

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Kate Middleton e Meghan Markle

Oltre il limite e il protocollo

C’è poi una minoranza di commenti estremamente negativi caratterizzati da misoginia e razzismo, indirizzati soprattutto verso Kate e Meghan: il fenomeno non è nuovo, su internet sono le donne a prendersi i commenti peggiori. La Duchessa di Cambridge è considerata una scalatrice sociale, che si veste da sciùra, la secchiona che non passa il compito, quella fissata con il fitness, che si fa vedere a sei ore dal parto mentre saluta i fotografi con i capelli perfetti e la linea già recuperata. Con l’entrata in scena di Meghan la situazione è precipitata ulteriormente, a causa della presunta rivalità fomentata dai giornali, tanto da portare i social media manager reali a prendere provvedimenti pubblicando guideline più restrittive che prevedono di bloccare troll e cancellare commenti offensivi.

Ed è proprio su Meghan Markle che si è scatenato il peggio. I detrattori la chiamano “Smeg”, l’hashtag di riferimento è #Megxit (crasi tra Meghan e Brexit), in associazione ad altri hashtag come #MessyDuchess, #CharlatanDuchess, #FakeDuchess. I detrattori la considerano “una donna divisiva che rischia di danneggiare la monarchia con il suo ego” (da una bio vera su Twitter). Interessante notare che i commenti denigratori vengano da account che sostengono Trump e la Brexit e che anche su Meghan siano state diffuse diverse teorie del complotto. Quella che va per la maggiore si chiama “Moonbump cospiracy”: la gravidanza di Meghan sarebbe falsa, avrebbe indossato un cuscino imbottito sotto gli abiti firmati, il parto non è avvenuto e il bambino che si è visto nelle pochissime foto pubblicate sarebbe una bambola reborn. Teorie che vanno modificandosi con l’avanzare degli eventi e che non si sono smorzate neanche con il battesimo e con le foto di Archie. Anzi, più si intensifica il livello di riservatezza di Harry e Meghan, più i complotti fioriscono e vanno a riempire buchi con news del tutto fantasiose.

Quello che si legge è così preoccupante da aver spinto George Clooney a dire che “Meghan è perseguitata come Diana”. Rimane incredibile come la Royal family incarni alla perfezione lo spirito del tempo anche sui social, tra simbologia monarchica e meme, gif della regina che saluta, foto di George che ci disprezza e guerre ma solo tra feudi virtuali. Sono lontani i tempi di Lady Diana, delle interviste fiume, delle foto sgranate scattate dai paparazzi con enormi teleobiettivi, degli scoop sui tabloid a causa della servitù troppo ciarliera. L’industria del gossip sembrava avesse deposto le armi davanti al tunnel dell’Alma. Ma se oggi Diana pare quasi dimenticata dai media tradizionali, sui social si è replicata in Kate e Meghan, che sfoggiano tiare, outfit e gioielli resi famosi da lei, e di cui si studiano ossessivamente le mosse e i look per decidersi su chi dovrà essere la nuova regina di cuori.


Laura Fontana

Lavora da più di dieci anni come esperta di comunicazione digitale per brand nazionali e internazionali. Si occupa di società digitale e analisi del web. Scrive di internet e pop culture, influencer e creator economy su Rivista Studio e altri magazine.

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