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La televisione latinoamericana e la pandemia

Tra gli effetti della pandemia, c’è stato quello di vedere molte cose ripetersi, un poco sfasate, in tutto il pianeta. Vale anche per i cambiamenti della televisione. Una testimonianza dal Brasile.

La televisione è sia una finestra sia uno specchio per la società. Attraverso lo schermo, le persone vedono il mondo e se stesse. Tale relazione è diventata ancora più intensa nella pandemia. E la tv si è affermata come la principale forma di contatto tra persone e mondo esterno. E questo è avvenuto anche in America Latina, i cui Paesi raccolgono grandi produttori e tanti canali. Ogni Paese ha affrontato lo scoppio di covid-19 a suo modo e questo si è ritrovato nei palinsesti, tra orari alterati, produzioni interrotte e tradizioni infrante. 

Tra le tv del continente

In Cile, il Teletón (simile al Telethon italiano), vero simbolo nazionale che unisce tutte le emittenti per raggiungere un obiettivo in termini di donazioni, è stato colpito gravemente. In onda dal 1978, ogni edizione dura di solito 27 ore e termina con un grande spettacolo nell’affollato Estadio Nacional. Nel 2020, tuttavia, tutto è cambiato: non c’era un obiettivo, le 27 ore hanno lasciato il posto a due blocchi di quattro ore ciascuno e il conduttore principale della maratona, Don Francisco, ha partecipato da casa sua. Nonostante le restrizioni, Teletón è comunque riuscito a raccogliere 34,7 miliardi di pesos cileni (circa 37,4 milioni di euro).

Nella vicina Argentina, le reti hanno rafforzato i dibattiti in diretta, praticamente solo a tema crisi. Telefe ha lanciato in prime time un programma tutto dedicato alla pandemia, Juntos podemos lograrlo (Insieme possiamo farcela). La notte del 5 aprile, su iniziativa della first lady, Fabiola Yáñez, i sei canali in chiaro si sono riuniti per realizzare Unidos por Argentina (Uniti per l’Argentina), programma durato più di quattro ore, che ha raccolto quasi 88 milioni di pesos argentini (poco più di 1,2 milioni di euro) per la Croce Rossa locale. Intanto, il numero di famiglie che guardano le all news è cresciuto del 133% tra il 2 e il 19 marzo, in un Paese dove la pay tv è presente in circa l’80% delle abitazioni. E in Messico, Televisa, che trasmette i programmi più visti del Paese ed esporta le sue produzioni in oltre 70 mercati, ha sospeso la registrazione di tutte le telenovelas. Sono rimasti i programmi di varietà e i telegiornali. Le altre ore, specie in prime time, sono state riempite di repliche, tra serie biografiche e reality show.

Globo, in Brasile

In Brasile, Globo, la più grande rete televisiva dell’America Latina, ha seguito un percorso simile. Per la prima volta nei suoi 55 anni di vita, ha sospeso le sue quattro telenovelas e le ha sostituite con repliche degli ultimi anni. In daytime, ha cancellato svariati programmi e rubriche, sostituiti dai telegiornali, spesso ampliati, e da uno speciale di due ore chiamato Combate ao coronavírus (Combattere il coronavirus). Un blocco di 11 ore di diretta, senza precedenti per una rete famosa per i suoi programmi registrati. 

Per Globo, l’impatto dei cambiamenti è stato brutale. Sei mesi prima dell’esplosione della pandemia, l’azienda aveva investito oltre 200 milioni di reais (circa 34,5 milioni di euro) per costruire tre nuovi studi, ciascuno di 1,5 milioni di metri quadrati, da aggiungere agli altri dieci che già possedeva a Rio de Janeiro. Con questa espansione, il centro di produzione, Estúdios Globo (Studi Globo), occupa un’area totale di 1,73 milioni di metri quadrati. Globo ha poi fatto enormi investimenti in una sua piattaforma di streaming, Globoplay, lanciata di nuovo nel 2018 per fronteggiare Amazon e Netflix. Negli ultimi decenni, però, per fortuna Globo ha investito molto anche per preservare la sua library, con centinaia di migliaia di titoli conservati in un capannone alto 15 metri. Questo ha permesso non solo la replica delle telenovelas ma anche di usare l’archivio nel suo principale programma di intrattenimento, il contenitore dominicale Domingão do Faustão, condotto da Fausto Silva, che ha mandato in onda numeri musicali di Julio Iglesias, Mariah Carey, Ricky Martin e Shakira. Altre volte sono andati in replica le finali dei Mondiali di calcio del 1994 e del 2002 e una gara di Formula 1 con Ayrton Senna.

Nonostante le repliche, il più grande successo di Globo è stato il Grande fratello, che ha continuato a essere trasmesso in diretta, con enormi dati di ascolto. La ventesima edizione del Big Brother Brazil ha ricevuto il maggior numero di voti per un’eliminazione, 1,5 miliardi, e ha approfittato di concorrenti schierati ideologicamente per creare dibattito sui social. Un sondaggio di Globo ha rivelato che il 77% del pubblico ritiene che il Grande fratello abbia aiutato a gestire meglio l’angoscia e l’ansia della crisi.

Le dirette dai social alla tv

Anche le dirette sui social hanno guadagnato forza durante la pandemia. I cantanti hanno riempito così una parte del vuoto lasciato dall’interruzione dei concerti e si sono avvicinati a pubblico e inserzionisti. Le esibizioni musicali trasmesse in diretta dalle case degli artisti hanno lasciato spazio a varie azioni di product placement, in parte contrastate da YouTube. E presto anche le reti tv brasiliane si sono accorte di questo fenomeno e hanno combinato la messa in onda regolare con quella online. Lo ha fatto per primo Band, con Léo Santana. Poi RecordTV con Fernando & Sorocaba. Infine anche Globo, con il cantante Roberto Carlos. Lo spettacolo è iniziato all’interno di Domingão do Faustão e si è concluso su Globoplay. Una seconda diretta con Ivete Sangalo ha raggiunto i 36,2 milioni di persone in tv ed è stato trending topic mondiale su Twitter. Ma sono esperimenti destinati a durare anche oltre la pandemia?

Il più grande successo di Globo è stato il Grande fratello, che ha continuato a essere trasmesso in diretta, con enormi dati di ascolto. La ventesima edizione del Big Brother Brazil ha ricevuto il maggior numero di voti per un’eliminazione, 1,5 miliardi, e ha approfittato di concorrenti schierati ideologicamente per creare dibattito sui social. Un sondaggio di Globo ha rivelato che il 77% del pubblico ritiene che il Grande fratello abbia aiutato a gestire meglio l’angoscia e l’ansia della crisi.

Durante l’isolamento, anche i contenuti religiosi hanno avuto molto successo: la tv è diventata un grande alleato dei fedeli, che hanno mantenuto grazie agli schermi i loro riti di preghiera, compensando l’impossibilità di frequentare le chiese. I dati di ascolto delle Messe sono cresciuti. Questo fenomeno, registrato in vari Paesi, è stato più intenso in Brasile, che ha ben sette tv cattoliche in chiaro, Aparecida, Canção Nova, Evangelizar, Nazaré, Pai Eterno, RedeVida e Século 21, cui si aggiungono i canali locali.

La versione brasiliana di Cnn, dopo dieci mesi di sperimentazione, è stata lanciata proprio nel momento in cui nel Paese si sono applicate le misure di isolamento sociale. 600 professionisti, di cui 160 giornalisti, divisi in tre sedi a Brasilia, Rio de Janeiro e San Paolo, con 4.000 metri quadrati di studi. E subito il nuovo ingresso nel mercato delle pay tv all news si è scontrato con la leader GloboNews. Nel suo primo mese, Cnn Brasil ha raggiunto le 500 ore di notizie in diretta, di cui 140 ore condotte dal solo Reinaldo Gottino. E altri 80 professionisti temporanei sono stati assunti per rafforzare l’offerta. Il più grande azionista è Rubens Menin, che non ha mai lavorato nel settore dei media, ma possiede la società di costruzioni MRV e la Banca Inter, e che ha sviluppato il progetto con Douglas Tavolaro, in precedenza vicedirettore news per RecordTV, una rete di proprietà di Edir Macedo, fondatore della Comunità Cristiana dello Spirito Santo. In dieci anni, è previsto un investimento di 700 milioni di reais (circa 116 milioni di euro).

Durante l’isolamento, anche i contenuti religiosi hanno avuto molto successo: la tv è diventata un grande alleato dei fedeli, che hanno mantenuto grazie agli schermi i loro riti di preghiera, compensando l’impossibilità di frequentare le chiese. I dati di ascolto delle Messe sono cresciuti. Questo fenomeno, registrato in vari Paesi, è stato più intenso in Brasile, che ha ben sette tv cattoliche in chiaro.

Nonostante i radicali cambiamenti nel comportamento causati dalla pandemia, la televisione ha mantenuto e rafforzato il suo ruolo: compagna credibile e fonte di intrattenimento e informazione. Più che una semplice questione di consumo, è anche questione di sopravvivenza. Il coronavirus ha messo il mondo sotto stress. Il modo in cui le persone si relazionano tra loro e con le istituzioni è cambiato. Al termine di questa fase, però, alcune cose rimarranno. Tra queste, l’importanza della televisione.


Fernando Morgado

Professore e consulente brasiliano. Ha scritto molti libri, tra cui la biografia del conduttore e imprenditore Silvio Santos. Lavora alle Faculdades Integradas Hélio Alonso.

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