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Fenomeni

Alex Belli, re del nuovo reality soap

In più di vent’anni, Grande fratello è cambiato molto, come tutto ciò che gli sta intorno del resto. E così il suo racconto si apre a una narrazione ibrida, con protagonisti quasi-famosi e dinamiche da soap.

Se un nostro amico da poco separato usa i social network per lanciare frecciatine all’ex moglie e al nuovo, giovane e divertente compagno, nessuno di noi definirebbe questo suo atteggiamento “una straordinaria mossa di marketing”. Se però il marito ferito è Kanye West, l’ex moglie Kim Kardashian e il nuovo fidanzato Pete Davidson, per ovvie ragioni, questo duello sui media diventa un racconto popolare, una soap opera in itinere dove al posto degli episodi da guardare in televisione ogni giorno alla stessa ora ci sono i post su Instagram, le apparizioni ai grandi eventi, la promozione di un documentario biografico per Netflix. Ogni patria ha i suoi eroi, le sue principesse e i suoi draghi: se l’America ha il triangolo di vita coniugale Kanye-Kim-Skete, noi abbiamo il nostro, forse un po’ più ruspante, certo meno ambizioso, e altrettanto ingarbugliato tra realtà, finzione e racconto, che si interseca con il reality più longevo della nostra televisione. È lo show di Alex Belli al Grande fratello vip 6, e dei suoi teatrini con Delia Duran e Soleil Sorge. 

Di gieffini e di vipponi

“Se Balzac scrivesse un romanzo ai giorni nostri non potrebbe mancare di includervi un’assemblea di condominio”, scriveva Roland Barthes nel 1984. E se Balzac scrivesse un romanzo nel XXI secolo, non potrebbe mancare di includervi la casa del Grande fratello e la vita degli inquilini “più spiati d’Italia”, come si ama definirli. Padre di tutti i reality, il GF nasce come luogo dove la normalità si fa spettacolo, dove non serviva essere belli, talentuosi, intelligenti per entrare nel flusso della notorietà televisiva; al contrario, erano proprio l’uomo qualunque e la ragazza della porta accanto a diventare protagonisti di un racconto sul nulla. Nessuno poteva sapere che questo piccolo assaggio di futuro sarebbe diventato la cifra della modernità, dove la disintermediazione ha cancellato quasi del tutto la supremazia verticale del palinsesto per lasciare spazio a tanti piccoli reality, tante microscopiche celebrità: il gieffino, che all’inizio degli anni Zero era un’eccezione, un baciato dalla fortuna, come racconta bene il film di Matteo Garrone Reality, non ha più senso di esistere. Non è morto, si è solo evoluto, e se vent’anni fa era un provino a renderti il possibile nuovo Taricone, oggi può essere qualsiasi cosa a fare di te una celebrità, più o meno duratura, certo, ma pur sempre una celebrità. Come si evolve allora il programma televisivo che un tempo faceva da fucina dell’everyman mediale? Nel mondo dove la distinzione tra vip e nip si fa sottile fino a quasi sparire, sono i personaggi già svezzati al mondo dello spettacolo a fare i protagonisti, i vipponi, come li ha battezzati Alfonso Signorini, conduttore da tre edizioni. La normalità, a quanto pare, ha stancato; o forse, più probabilmente, è la fama ad aver acquisito un nuovo senso.

Non si uccidono così anche i cavalli?

La prima edizione del Grande fratello vip è andata in onda nel 2016. A condurre c’era Ilary Blasi, regina del reality – fu nella sua terza edizione che si consumò la commedia del caciottaro, Fabrizio Corona, e del collegamento interrotto per una vendetta fredda di tredici anni prima. Le edizioni successive si allungano sempre di più, e da cinquanta giorni di permanenza, arrivamo a 70, poi 80, 90. Poi arriva il lockdown, con tutto ciò che comporta a livello produttivo: perché investire su un nuovo programma se se ne può fare uno molto più lungo che copre due appuntamenti settimanali? Il GF Vip 5 e il GF Vip 6, in questo senso, sono una piccola rivoluzione formale, perché dilatano il tempo di durata del reality in modo esponenziale. Sei mesi, da settembre a marzo, un’infinità di concorrenti che entrano in corso d’opera, una narrazione che si espande e ramifica fino a diventare molto più simile a una soap opera che a un gioco. Le “dinamiche”, i “percorsi”, espressioni care ai giganteschi fandom che seguono i propri idoli come fossero personaggi di una serie tv in costante aggiornamento – ci sono pagine su Instagram, profili Twitter e gruppi su Facebook che estrapolano sapientemente in forma di clip tutto ciò che succede in casa –, si moltiplicano, creando una sorta di GF Vip cinematic universe

Entra in gioco Alex Belli, il personaggio che più di tutti nell’arco di sei edizioni ha sfruttato la direzione ibrida che ha preso il programma in un presente in cui una telecamera fissa su di noi non solo ce l’abbiamo tutti, ma non ci appare neanche come un’eccezionalità.

La quinta edizione del programma, in questo senso, ha dato un vero e proprio reset, complici i tempi di reclusione collettiva, ma non solo, dal momento che a livello di ascolti, fissi sempre più o meno attorno alla stessa cifra, la sesta edizione conferma il trend. Storie d’amore pensate come sceneggiature di un teen drama, ship, litigi e fazioni, persino la morte del fratello di una concorrente, è entrata nel grande racconto dei vipponi, che una volta usciti dalla casa hanno proseguito, ciascuno con i propri mezzi, ad aggiungere pezzi a questa storia infinita: i Prelemi, crasi tra i cognomi di Giulia Salemi e Pierpaolo Pretelli, continuano la loro favola d’amore fuori dalla casa, post dopo post, come un vero e proprio spinoff della serie. Ed è qui che entra in gioco Alex Belli, il personaggio che più di tutti nell’arco di sei edizioni ha sfruttato la direzione ibrida che ha preso il programma in un presente in cui una telecamera fissa su di noi non solo ce l’abbiamo tutti, ma non ci appare neanche come un’eccezionalità.

Hey man, ho una news flash

Alex Belli è un attore di trentanove anni. Il suo vero nome è Alessandro Gabelli, ed è stato per sei anni nel cast della popolare soap di Canale 5 CentoVetrine. La sua carriera da attore, oltre a questo ruolo importante ma circoscritto, non è mai decollata; al contrario, più che prestare il proprio corpo per la finzione, è la finzione che si è adattata alla sua esistenza nel mondo dello spettacolo, attraverso una meticolosa messa in scena della sua vita privata regalata al vortice dell’intrattenimento. Temptation Island, L’isola dei famosi, Ballando con le stelle e poi, nel 2021, la consacrazione al grande pubblico del Grande fratello vip. La casa dove abita, tempio nero e barocco del bellismo, è una sorta di atelier, sede di AxB Production, factory creativa dove l’attore, modello e fotografo dà spazio ai suoi impeti artistici di vario tipo, dalla fotografia alla musica. Belli l’istrione, sacerdote dell’entertainment, entra nella casa del GF con una missione precisa: la performance. Tono di voce impostato, occhi di ghiaccio, lungo ciuffo con meches raccolto in uno chignon in stile samurai, camicie coreane, occhialetti à la Morpheus, il pacchetto che offre al pubblico è un distillato di eccentricità così tanto esagerata da risultare comica. E in effetti, Alex Belli ha una verve comica, spesso inconsapevole, senza pari: la sua personalità a dir poco ingombrante e il suo egocentrismo superomista lo portano a compiere gesti plateali. 

Insegna a nuotare al giovane modello egiziano che è arrivato in Italia su un barcone, porta il ragazzo sulla sedia a rotelle in spalla come in una scena dell’Eneide, canta, con estro disperato, l’Esmeralda di Notre Dame de Paris, davanti a un pubblico di vipponi attoniti, annichiliti; e poi, alla fine di un’esibizione della Turandot diretta da Katia Ricciarelli, bacia Soleil in un climax di passione. Il vero centro della performance di Belli, infatti, è la sua storia con Soleil Sorge, influencer italoamericana e concorrente di punta dell’edizione. Tra i due comincia ciò che nell’arco dei mesi successivi viene definito da molti “un teatrino”, un triangolo amoroso che coinvolge anche la moglie di Belli, attrice venezuelana che osserva tutto da fuori e interviene nel programma per scenate di gelosia. “Sono dell’America del Sud”, “E io sono dell’America del Nord”, è uno scambio diventato storia tra le due donne, che si trascinano questo conflitto tra esterno e interno della casa fino al punto in cui Delia, ormai stremata da questo triangolo, chiede di incontrare Alex che, in un gesto di follia, si fa eliminare infrangendo il regolamento per stringere la moglie a sé. Plot twist clamoroso, nessuno aveva previsto questo suicidio, dopo giorni trascorsi a piangere davanti allo specchio del bagno urlando “Fatemi uscire, cazzo!”, a rincorrere Soleil in giardino che finge di baciarlo per testarne la falsità e a tentare la fuga tramite la famosa porta rossa – dettaglio interessante: esistono molte altre uscite d’emergenza in casa, ma Belli, maestro del dramma, punta proprio l’unica che è bloccata, nonché ben ripresa dalle telecamere. In tutto ciò, Alex Belli accompagna le sue gesta con un frasario, un linguaggio idiosincratico che sugella il legame tra gli spettatori e lo show: agli interlocutori maschi, potenziali nemici, si rivolge sempre con un “Hey man”; alla moglie che lo rimprovera di passare troppo tempo su Twitter a parlare ancora di Soleil risponde “Tesoro, era solo un Belli-check”; e poi, ancora, “la chimica artistica”, quella che scorre tra di lui e Soleil, la “news flash”, quella che dà in diretta, e “Fly down, Ciccia”, il rimprovero a chi in casa pecca di hybris.

Tono di voce impostato, occhi di ghiaccio, lungo ciuffo con meches raccolto in uno chignon in stile samurai, camicie coreane, occhialetti à la Morpheus, il pacchetto che offre al pubblico è un distillato di eccentricità così tanto esagerata da risultare comica. Alex Belli ha verve comica, spesso inconsapevole, senza pari: la sua personalità ingombrante e il suo egocentrismo lo portano a compiere gesti plateali.

Come il Ridge Forrester di Beautifil, che torna in vita dopo essere caduto in una fornace, Alex Belli resuscita dalle sue ceneri e rientra in casa nonostante l’eliminazione, in un’incursione da eliminato senza precedenti nel programma. Le regole del gioco sono fatte per essere infrante, le regole della narrazione, invece, vanno rispettate: c’è ancora bisogno di lui nel racconto, e il rientro porta a un nuovo capitolo, quello del bacio saffico tra Delia e Soleil, proprio davanti ai suoi occhi, scandito dal ritmo dei tamburi tribali di una festa a tema selvaggi. E poi, quando Belli torna alla libertà, dopo essersi scontrato per un’ennesima volta con la dura impossibilità di mettere in pratica questo “amore libero” che decanta e rivendica nei suoi monologhi, contro le menti bigotte che lo circondano, vola fino al deserto del Sinai, da cui trasmette frammenti del suo ritiro spirituale: lunga tunica, piedi scalzi, kajal, piume, meditazione; ancora una volta, il reality si espande a nuovi set e nuove narrazioni. Il man ha capito tutto, ha capito ciò che il pubblico del Grande fratello vip si aspetta da queste very important people, e gliel’ha dato. 

Il racconto è presente

La storia di Alex Belli all’interno del GF Vip 6 si è conclusa prima della fine del programma, in modo autonomo rispetto alla trama principale del gioco. Non importa che Belli non sia arrivato in finale, e che non ci sia arrivata neanche Soleil, nonostante tutti se lo aspettassero, dal momento che la dialettica di questa trama è già conclusa. C’è stata la scintilla iniziale, l’ipotesi di un innamoramento, la tesi, poi lo scontro con la realtà, quella della moglie tradita, l’antitesi, e infine, dopo mille scontri, la soluzione, la sintesi, l’idea che torna in sé: la coppia resta coppia, l’amore è salvo. Per il critico letterario Michail Bachtin, l’interconnessione tra tempo e spazio in letteratura si chiama cronotopo: nel rapporto tra questi due elementi, il racconto trova il suo senso. Nella casa del Grande fratello, il cronotopo assumeva una forma rivoluzionaria, perché da un lato confinava il perimetro d’azione, lo spazio, dall’altro espandeva il tempo all’infinito, dal momento che ogni attimo, ripreso dalle telecamere, poteva essere osservato. Questo tipo di racconto oggi è obsoleto, perché la connessione con la narrazione degli altri è costante e capillare, e il momento di fruizione ha smesso di essere circoscritto alla visione dello show. 
Il modo in cui un reality come il Grande fratello si è evoluto, cambiando il paradigma dei concorrenti, includendo inevitabilmente anche tutto ciò che c’è di extra-televisivo – ma non per questo extra-diegetico – alla trama, è il sintomo di una trasformazione che comprende tante forme di rappresentazione, non solo quella tv. Non sappiamo per quanto ancora un format del genere durerà, ma è chiaro che in questo momento, la sua unica formula possibile, è proprio questa in cui non è tanto importante la qualità del racconto, ma la quantità, la diramazione, la moltiplicazione dei palchi e dei set. Lo dimostra Kanye West e il suo duello a colpi di post su Instagram, lo dimostra Alex Belli con i suoi tweet dal deserto del Sinai. Il racconto è ovunque, e lo sarà sempre di più.


Alice Valeria Oliveri

Autrice e musicista, si è laureata alla Sapienza in anglistica con una tesi di teoria della letteratura. Scrive su diverse testate online di cinema, tv, serie televisive, musica e attualità. Ha collaborato con Dude Mag, VICE, Noisey, Motherboard, Prismo, The Towner e The Vision, dove è stata redattrice.

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