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Mediamorfosi 3

Glossario del metaverso

Anche le innovazioni tecnologiche seguono le mode, e inventano costantemente nuove parole. Meglio fissare allora qualche definizione, dalla blockchain all’AI e al mondo crypto.

 

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Questo articolo è apparso per la prima volta su LINK Numero 29 - Mediamorfosi 3. Gli anni delle piattaforme del 10 ottobre 2023

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Blockchain

Detta altresì “catena dei blocchi”, la blockchain è una tecnologia complessa attorno alla quale è sorto prima il fenomeno delle criptovalute, poi il grande hype attorno a non-fungible token, Dao, metaversi e Web3 vari. Tutto parte da qui, però: la grande promessa della blockchain, presentata nel 2008 dall’anonimo Satoshi Nakamoto, è quella di fungere da grande registro decentralizzato e inviolabile, in grado di registrare transazioni di ogni tipo (ma perlopiù economiche) senza tema di errori, attacchi hacker e quant’altro. Insomma, un’alternativa migliore e più sicura ai registri di cui facciamo da sempre uso, che sono invece centralizzati, gestiti e amministrati da enti e banche centrali. La blockchain, invece, è di chi ne partecipa: ciascun utente ne è un nodo in un network non controllabile da un singolo. Gli eventi recenti hanno portato alla luce la natura piuttosto centralizzata di questo sistema decentralizzato, in cui, nonostante la struttura a reticolo della blockchain, pochi utenti (detti whales) e poche aziende sono arrivate a controllare buona parte dei progetti legati alle criptovalute.

Web3

Per Web3 si intende una supposta nuova fase evolutiva di internet, dopo la rivoluzione del cosiddetto web 2.0 (o web dinamico), quello in cui i siti internet cambiavano adeguandosi alle preferenze dell’utente, invece di rimanere statici come sculture in Html. Il grado di innovazione del 2.0, secondo alcuni, sarebbe superato dal Web3, in cui le meraviglie garantite dalla blockchain si sarebbero mescolate a realtà virtuale e aumentata e metaverso, aprendo la strada a un’esperienza immersiva, da esperire attraverso degli avatar realistici, sospesi in un mondo digitale. A rendere il Web3 qualcosa di più da una versione migliorata di Second Life, secondo i suoi profeti, sarebbe l’arsenale crypto, fatto di Nft e percorsi di monetizzazione nuovi e rivoluzionari. L’espressione Web3 è caduta in disuso a partire dal 2022, a seguito della crisi del settore crypto (inverno) e del progetto metaverse di Meta. La scrittura canonica del termine non prevede spazio tra web e il numero 3.

Winter (o inverno)

Il mercato del crypto è stato attraversato da periodi di enorme crescita, come quelli che hanno portato la criptovaluta Bitcoin a sfiorare i 69 mila dollari di valore nel novembre del 2021. A partire da quel momento, e in particolare a inizio del 2022, è iniziato convenzionalmente un periodo di grande calo di interesse e di investimenti comunemente detto winter, o inverno, in cui gli investitori sono invitati a resistere, entrare in letargo e aspettare il ritorno di condizioni favorevoli alla crescita. Nella lore del settore ogni inverno è seguito da un momento di arricchimento.

WAGMI

Acronimo della frase “We’re All Gonna Make It” (in italiano: “Ce la faremo tutti quanti”), è uno dei motti più diffusi della comunità crypto, un’esortazione alla speranza e alla salvezza collettiva. In quanto tale è spesso accompagnato da una versione più pessimista, Ngmi (“Not Gonna Make It”), usata nei momenti di maggiore disperazione. L’origine di Wagmi risale ai primi del Duemila, quando una personalità digitale appassionata di bodybuilding e molto nota all’interno di 4chan, uno dei forum più importanti e influenti del web, pubblicò un video motivazionale in cui ripeteva la frase, la cui notorietà è aumentata in seguito alla morte del suo autore, avvenuta nel 2011. Il successo di Wagmi all’interno della comunità crypto può testimoniare l’intersezione tra alcuni degli ambienti tipici di un certo mondo nerd e uno strumento finanziario come Bitcoin. La sigla è anche il titolo di una canzone cantata da Randi Zuckerberg, sorella di Mark, fondatore di Facebook, pubblicata online il 28 febbraio 2022.

Nel Web3, le meraviglie garantite dalla blockchain si sarebbero mescolate a realtà virtuale e aumentata e metaverso, aprendo la strada a un’esperienza immersiva, da esperire attraverso degli avatar realistici, sospesi in un mondo digitale.

Satoshi Nakamoto

Si tratta dello pseudonimo dell’anonimo creatore di Bitcoin, intesa sia come blockchain e criptovaluta. Più precisamente, è stato Nakamoto a firmare e pubblicare il white paper – un breve documento propositivo – in cui nel 2008 presentò la sua idea a una piccola mailing list di appassionati di crittografia. Il testo, intitolato A Peer-to-Peer Electronic Cash System, contiene la descrizione della prima blockchain e il suo utilizzo ai fini di sviluppare una valuta digitale completamente decentralizzata, argomento su cui da molti anni discutevano alcune personalità degli ambienti libertari e anarcolibertari statunitensi, decisi a realizzare un “digital cash” non controllato dalle banche centrali. L’identità di Satoshi Nakamoto non è mai stata rivelata: potrebbe essere un nom de plume usato da singoli o gruppi di persone o, più semplicemente, un signore giapponese dello stesso nome (ma la tesi è ritenuta poco probabile). L’ultimo suo contributo pubblico alla causa risale al 2010, quando scrisse in un forum specializzato che “c’era ancora molto lavoro da fare”. Si dice che nel suo wallet – il portafoglio digitale che si usa per le criptovalute – riposino 1,1 milioni di bitcoin.

Bitcoin

Parola inventata da Nakamoto, viene usata per indicare due cose collegate ma sostanzialmente diverse: la blockchain e la criptovaluta che si basa sulla suddetta blockchain. Nel primo caso, si preferisce indicarla con la b maiuscola (Bitcoin) mentre nel secondo si usa quella minuscola (bitcoin). Comunque sia, Bitcoin è la blockchain più utilizzata al mondo e bitcoin la criptovaluta più usata e dal valore più alto. Secondo alcuni, bitcoin sarebbe l’unica vera criptovaluta degna di essere utilizzata e diventerà – prima o poi – la più diffusa al mondo, assorbendo tutte le altre, comprese quelle tradizionali (come il dollaro). Questa posizione è detta bitcoin maximalism e prevede un dominio assoluto di bitcoin. Negli ultimi anni il ruolo predominante della criptovaluta e della sua blockchain è stato intaccato da nuovi progetti, ritenuti più efficienti e duttili (come Ethereum).

Crypto

La crittografia è la scienza della scrittura di messaggi in codice – e della loro decifrazione. In quanto tale ha una storia ben più lunga di quella dei computer: già l’Antico Testamento racconta di alcuni esempi di crittografia ante litteram in uso migliaia di anni fa tra gli ebrei. In tempi più recenti, Alan Turing, uno dei padri dell’informatica, è stato anche il responsabile della decifrazione del Codice Enigma utilizzato dai nazisti, un evento essenziale per la vittoria degli alleati, ma anche la certificazione del legame tra informatica e crittografia. Il fatto che il settore delle criptovalute e in generale tutto ciò che concerne la blockchain sia chiamato “crypto” deriva dal ruolo fondamentale che la crittografia dei dati e delle comunicazioni ha in questo ambito. Le prime riflessioni su valute digitali, ben prima del white paper di Satoshi Nakamoto, avvennero in un ambiente chiamato cypherpunk, una strana miscela di appassionati di cultura hacker, cyberpunk e crittografia. Gli esperti di crittografia lamentano come il suffisso “crypto-” sia usato da persone, aziende e movimenti che hanno ben poco a che vedere con il loro ambito di ricerca.

Metaverso

Per metaverso si intende un ambiente virtuale immersivo in cui muoversi e con cui relazionarsi mediante un avatar digitale. Il termine è stato inventato dallo scrittore di fantascienza Neal Stephenson nel suo romanzo post-cyberpunk Snowcrash del 1992, dove sembra essere l’unica forma di svago in un mondo distopico, nonostante quel mondo virtuale sia divorato dalle corporation e dalle pubblicità. Mark Zuckerberg, fondatore e Ceo di Facebook, ne ha fatto la pietra fondante di Meta, il nome con cui dal 2021 indica il gruppo che include il social network, Instagram, WhatsApp e altre realtà. Nel giro di un anno dal “lancio” del metaverse di Meta, il gruppo ha perso 800 miliardi di dollari di valore in borsa, spingendo l’azienda a ridefinire le priorità sul metaverso e a tagliare migliaia di posti di lavoro. Il metaverso è stato uno degli elementi più caratteristici del Web3, che doveva fondere crypto e realtà virtuale per creare un’esperienza del tutto nuova e diversa per l’utente.

Sam Bankman-Fried

Comunemente indicato con la sigla Sbf, Sam Bankman-Fried è un imprenditore statunitense nato nel 1992, fondatore e Ceo di Ftx, un servizio per lo scambio di criptovalute diventato il secondo più utilizzato al mondo (dopo Binance), e di Alameda Research, una società di investimenti in criptovalute. Entrambe sono state travolte da una serie di scandali sulla base di reati finanziari, che hanno portato alla bancarotta e all’arresto di Sbf, nel gennaio 2023, in un caso che è stato definito “peggiore di Enron”. A rendere l’ascesa e caduta dello spettinatissimo Sbf tanto roboante hanno contribuito il prestigio di cui lui e Ftx avevano goduto, presentandosi come le uniche o quasi realtà serie e da adulti in un settore controverso. C’era poi il peso politico goduto dall’imprenditore, noto soprattutto per le sue amicizie altolocate e per le molte donazioni fatte a politici e movimenti progressisti e di sinistra. In seguito alle indagini sul suo conto è stato rivelato che Bankman-Fried aveva l’abitudine di donare soldi anche a politici e organizzazioni conservatrici e di destra, solo che lo faceva anonimamente o attraverso aziende terze. Attualmente è accusato di frode, corruzione e altri capi di imputazione.

Il metaverso è stato uno degli elementi più caratteristici del Web3, che doveva fondere crypto e realtà virtuale per creare un’esperienza del tutto nuova e diversa per l’utente.

Ethereum 

Se Bitcoin ha come fondatore un misterioso nome giapponese dietro il quale potrebbe nascondersi chissà chi, Ethereum, la seconda blockchain più utilizzata, ha un padre noto: si chiama Vitalik Buterin, classe 1994, programmatore e scrittore russo naturalizzato statunitense che dalla sua passione per bitcoin ha sviluppato un percorso parallelo che ha finito per espandere i confini del settore. Ethereum – che dà il nome anche alla seconda criptovaluta più usata al mondo, Eth – è una blockchain particolare, pensata per le funzioni consuete ma anche per fungere da piattaforma per lo sviluppo di applicazioni di ogni tipo. In quanto tale, oggi Ethereum è utilizzata in molti progetti legati al Web3 ed è stata al centro del fenomeno Nft, oltre che essere il primo concorrente di bitcoin, cosa che la rende particolarmente invisa ai bitcoin maximalist. Eppure, Buterin ha cominciato dirigendo Bitcoin Magazine, rivista di settore dedicata a quella criptovaluta. Nel 2022 Ethereum ha effettuato un ambizioso cambiamento interno, un processo chiamato “The Merge”, che ha riguardato in particolare il meccanismo di consenso con cui ogni nuova operazione viene certificata dalla catena e trasformata in nuovo blocco. Al posto del proof-of-work, ritenuto dispendioso ed energivoro, oggi la blockchain utilizza la proof-of-stake

Non-fungible token

Comunemente detti Nft, questi token sono stati al centro di un ciclo speculativo particolarmente intenso per il settore, a cominciare dalla vendita all’asta di un’opera dell’artista statunitense Mike Winkelmann (noto a tutti come Beeple) per circa 69 milioni di dollari (in Eth), nel marzo 2021. È stato quello il momento in cui il grande pubblico ha cominciato a prendere confidenza con questa sigla, con cui si indica un certificato di proprietà digitale sulla blockchain. Gli Nft sono un tipo di smart contract, una applicazione di Ethereum che funziona come contratto tra parti che viene operato e certificato da una macchina – la blockchain stessa. Il seme degli Nft fu gettato nel 2014 dal blogger Anil Dash e l’artista Kevin McCoy che cercavano un modo di verificare l’originalità di un’opera digitale, per poi evolvere nel corso degli anni in alcune chat dedicate al crypto, fino al caso Beeple. La febbre da Nft ha reso OpenSea, il principale servizio di scambio di questi token, una delle realtà più promettenti del web nel biennio 2021-2022. Nel settembre 2022 il traffico di Nft era sceso del 97% dal suo picco di pochi mesi prima. 


Pietro Minto

Nato a Mirano, in provincia di Venezia, nel 1987; vive a Milano. Collabora con Il Foglio, Il Post e altre testate. Dal 2014 cura la newsletter Link Molto Belli.

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